Com'e' bello far l'amore di Fausto Brizzi

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locandina Com'e' bello far l'amore
 
Regista: Fausto Brizzi
Titolo originale: Com'è bello far l'amore
Durata: 96'
Genere: Commedia
Nazione: Italia
Rapporto:

Anno: 2012
Uscita prevista: 10 Febbraio 2012 (cinema)

Attori: Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Filippo Timi, Giorgia Wurth, Alessandro Sperduti, Eleonora Bolla, Michela Andreozzi, Gledis Cinque, Chiara Mastalli, Franco Trentalance
Soggetto: Fausto Brizzi,Marco Martani,Andrea Agnello
Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Andrea Agnello

Trama, Giudizi ed Opinioni per Com'e' bello far l'amore (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia: Marcello Montarsi
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Musiche: Bruno Zambrini
Scenografia: Maria Stilde Ambruzzi
Costumi: Monica Simeone

Produttore: Mario Gianani,Lorenzo Mieli
Produttore esecutivo: Olivia Sleiter
Produzione: Eleonora Bolla
Distribuzione: Medusa

La recensione di Dr. Film. di Com'e' bello far l'amore
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Colonna sonora / Soundtrack di Com'e' bello far l'amore
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).

Informazioni e curiosità su Com'e' bello far l'amore


Note dalla produzione:
Fausto Brizzi
Com’è nata l’idea di questo film?
Desideravo affrontare in modo divertente un argomento come il sesso che per noi rappresenta tradizionalmente un tabù, e la scommessa era farlo con un film family. Nella sceneggiatura, scritta con Marco Martani ed Andrea Agnello, abbiamo inserito un po’ tutto quello di cui ci piacerebbe parlare liberamente nei salotti o nelle cucine di casa nostra, senza osare farlo quasi mai. L’approccio è simile a quello che si ha quando in un gruppo di amici si inizia a parlare di sesso e, dopo qualche minuto, la risata è assicurata. Assistendo al film, che non sarà vietato ai minori, il pubblico durante i primi minuti prenderà un po’ le misure (dicendosi: “parliamo di sesso, posso ridere?”) dopo di che mi auguro che la visione sia liberatoria per tutti e che le coppie abbiano voglia di tornare subito a casa a fare l’amore: del resto durante la storia si afferma chiaramente che la sala cinematografica è stata inventata
per rimorchiare e pomiciare.

Che cosa si racconta in scena?
I primi 10 minuti sono ricchi di colpi di scena, c’è un po’ di cinema nel cinema, dei cartoon, si scherza sui generi mentre Filippo Timi introduce la storia. I protagonisti sono una coppia di quarantenni che attraversano una profonda crisi matrimoniale e non fanno l’amore da tempo: si tratta di Andrea (Fabio De Luigi) e Giulia (Claudia Gerini) che vivono con un imbranato figlio diciottenne alle prese con le prime esperienze sessuali (Alessandro Sperduti). Quando i due decideranno di ospitare in casa per un certo periodo il migliore amico della donna, Max (Filippo Timi) - professione pornodivo - cominceranno grazie ai suoi consigli a ravvivare la loro vita sessuale. Ad aggravare la convivenza, ad insaputa di Andrea,
nella mansarda in cui Max è ospite si infila Vanessa (Giorgia Würth), una collega pornostar ingenua e spiazzante, un po’ simile alla Mira Sorvino de La dea dell'amore di Woody Allen: per lei il sesso non rappresenta solo il suo lavoro ma la sua passione, lo pratica e lo racconta con estrema disinvoltura.

Che cosa vi siete riproposti scrivendo la sceneggiatura?
Soprattutto ironizzare sull’importanza del sesso: le coppie spesso si lasciano perché non fanno più l’amore e quando smettono di farlo ognuno trova tempo per notare i difetti dell’altro che altrimenti quando va tutto bene passano in secondo piano. Ci divertiva poi mostrare l’inadeguatezza dei due protagonisti che si lanciano con esiti comici in un vortice di divertenti giochi erotici, dark rooms, anelli vibranti e scambi di coppia, cercando di mettere in pratica tutti i consigli “tecnici” dell’amico attore hard che afferma di aver fatto l’amore con 5000 donne nella vita (ma lui minimizza schernendosi: «è solo lavoro»). Ho prodotto il film con la mia società Wildside insieme alla Medusa, ed ho avuto per la prima volta una vera libertà creativa. Ci siamo accordati subito sul tono della vicenda: pur andando a toccare corde “pepate” non dovevamo mai sconfinare nel volgare, questi erano i patti, e credo proprio che
ci siamo riusciti. Oltre ad essere un film divertente COM’È BELLO FAR L’AMORE ha anche in un certo modo una funzione “educativa” perché si parla di preservativi e di sesso sicuro..
Nel film abbiamo poi cercato di far convivere un’anima goliardica e una romantica, evidente soprattutto nelle due canzoni che lo accompagnano: l’inevitabile e divertente TANTI AUGURI di Raffaella Carrà, che appare sui titoli di testa, e poi un brano originale scritto appositamente per Patty Pravo che si intitola COM’È BELLO FAR L’AMORE ed è prettamente romantico.

Il copione è stato scritto già in funzione degli interpreti che aveva in mente di scegliere?
Si, i personaggi, per lo meno i quattro principali, sono stati scritti pensando agli attori che li avrebbero interpretati, come è mia abitudine da sempre. Ma mentre sulle capacità di commedianti di Fabio De Luigi e Claudia Gerini nessuno spettatore può avere dei dubbi, nel film strappano molte risate anche Giorgia Würth e Filippo Timi, che al cinema non aveva mai mostrato finora la sua eccezionale verve brillante. De Luigi è uno degli attori italiani che mi fa più ridere in assoluto, è un interprete che ha bisogno di essere messo sotto pressione, di avere un contesto complicato intorno a sé e di interagire con un altro personaggio carismatico che gli “mangia sopra”: con le sue reazioni si dimostrerà subito e sempre inadeguato… quando ad esempio arriva a casa sua Filippo, lui pensa che sia un attore di prosa senza sospettare il vero settore in cui “opera”.
Claudia Gerini è stata una scelta naturale, mi serviva un’attrice comica che fosse anche in grado di dar vita ad un ballo burlesque sensuale e mozzafiato. Per questo l’ho da subito voluta, e lei è stata entusiasta, si è lanciata volentieri e senza problemi in tutto quello che il film richiedeva. Conoscevo poi i potenziali comici di Filippo Timi che avevo visto spesso a teatro - dove è abituato a toccare certe corde comiche - e anche lui ha accettato volentieri, perché in qualche modo questo film lo sdogana “alla rovescia”: il sogno di molti attori comici è fare un giorno un film drammatico per rivelare i propri potenziali più ampi, mentre per lui, che aveva esplorato in pratica ogni ruolo nel dramma, è stata forse una sorta di liberazione l’opportunità di poter finalmente far ridere, sorridere e ridere a sua volta. A Giorgia Würth, infine, ho promesso che non la sceglierò più per una parte di “rovina famiglie”, la prossima volta interpreterà una madre irreprensibile, finalmente senza eccessi: gli ultimi personaggi da lei interpretati spaziano dalla Ilona Staller/Cicciolina nel film tv MOANA all’amante-stalker di De Luigi in MASCHI CONTRO FEMMINE…
Il nostro film è ricco anche di diversi cameo, a partire da quello del noto pornodivo Franco Trentalance (non in azione!), a Marco Rossi, il sessuologo che filosofeggia sull’argomento sesso in modo ironico. Ci sono poi diversi amici attori in piccoli ruoli, a partire da una coppia di amanti post-divorzio, interpretati da Michele Foresta (alias Mago Forest) e Michela Andreozzi: lei lo detesta come marito, ma non può farne a meno come amante e continua ad andarci a letto; Eleonora Bolla che è la trombamica del figlio dei protagonisti, interpretato da Alessandro Sperduti; Virginia Raffaele che è la colf di casa impegnata ad ordire attentati sessuali verso il pornodivo. E ancora Lillo Petrolo (farmacista zelante!) ed Enzo Salvi che mi ha regalato qualche risata come in tante altre occasioni (è apparso in un cameo in tutti i miei film, finora).
Infine un super regalo mi è arrivato da Margherita Buy, spiritosamente autoironica, in una sequenza che per me è la scena cult dell’intero film.

Ricorda qualche momento particolarmente buffo o complicato?
Si, una sequenza in particolare in cui appaiono in scena dieci cani che inseguono il malcapitato De Luigi: è una regola non scritta del cinema quella per cui in cui non devi coinvolgere bambini, cani o animali in genere: non era comodo e semplice farli stare zitti. Quella in cui abbiamo girato è stata una notte da incubo, credo che il quartiere Montesacro di Roma in cui era ambientata se la ricordi ancora fin troppo bene.

Come mai ha scelto di girare il film in 3D?
Mentre scrivevo la sceneggiatura ho inviato a studiare il 3D in America il mio direttore della fotografia Marcello Montarsi e la mia montatrice Luciana Pandolfelli, che sono tornati con esperienza sufficiente per impiantare un 3D adeguato agli standard migliori. Il grande pubblico forse ignora che se qualche volta si trova a disagio ed infastidito dalle immagini a tre dimensioni questo avviene perché è stata fatta una riconversione dalla normale versione in 2D, mentre quando si gira direttamente in 3D si possono usare tutte quelle accortezze che lo rendono pienamente godibile. Usciremo nelle sale con le due diverse edizioni naturalmente. Credo che tutti i film andrebbero girati in 3D perché quella è la nostra visione
nella vita, mentre finora ci siamo adattati alla visione classica di sempre. Oggi dopo un anno in cui sono stato a contatto con il nuovo sistema mi sono così abituato che quando guardo dei film in formato diverso mi sembrano strani e “antichi”. Credo inoltre che il 3D nelle scene di commedia riesca a regalare un senso di maggiore realismo e ad amplificare le risate, perché ti dà la sensazione di trovarti nel salotto di quella casa a guardare tutto quello che accade.


Fabio De Luigi
Qual è stato per lei il motivo di curiosità e di interesse verso questo progetto?
Ho recitato per Fausto Brizzi prima in EX e poi in Maschi contro femmine e Femmine contro maschi, ci siamo trovati sempre bene, sapevo che la nostra collaborazione sarebbe stata comunque piacevole anche perchè prima di questo nuovo film lui mi aveva fatto una sorta di dichiarazione d’amore, chiedendomi di dare continuità al nostro lavoro.
COM’È BELLO FAR L’AMORE non è un film pruriginoso; al contrario è molto casto, e rappresenta un’occasione per pensare al sesso in un modo non serioso né torbido, ma ludico, riportandolo ad un grande gioco che può aiutare a far vivere meglio una coppia. Alla base del film vi è il desiderio di ironizzare su un tema stimolante e su tanti tabù a volte ingiustificati. È un progetto in cui Fausto si è basato per la prima volta su una storia lineare a differenza degli altri suoi film che sono sempre stati piuttosto corali. In questa occasione ha voluto cimentarsi anche sul terreno dei film in 3D che portano con loro una caratteristica che io apprezzo molto: sono piuttosto brevi! Secondo me le commedie devono durare al
massimo un’ora e mezza.
È curioso che Brizzi abbia deciso di applicare alle tre dimensioni un genere come la commedia, è una scelta che in un primo tempo mi aveva un po’ sorpreso, ma poi vedendo il film finito ho constatato come sia stato in grado di trovare delle soluzioni che visivamente offrono davvero qualcosa in più: la presenza dello spettatore all’interno della vicenda non lo distrae affatto, ma lo aiuta ad essere ancora più dentro. Oggi con il 3D si possono fare cose pazzesche, che aggiungono divertimento a divertimento ed
arricchiscono un film che viene realizzato col meglio della tecnologia a disposizione. È straordinario notare come in un film girato in 3D tutto diventa un piacere, mentre si resta inevitabilmente a disagio quando si assiste ad un’opera trasformata a posteriori.

Chi è il personaggio che lei interpreta?
Nel film io sono Andrea, un quarantenne sposato da tempo con Giulia con la quale ha un figlio di quasi 18 anni. Io e mia moglie siamo innamorati, ma attraversiamo una flessione per quanto riguarda l’aspetto più piacevole dello stare insieme, quello intimo. Ad animare questo versante arriverà Max, un amico di Claudia dei tempi del liceo che ospitiamo in casa per un certo periodo: io credo che lui sia un attore classico, e invece presto si rivelerà un celebre pornodivo. Mio figlio, che già lo conosceva per motivi che non sto a sottolineare, lo elegge a suo idolo e mia moglie cede, nel senso che finisce con l’ascoltare i consigli esperti dell’amico e col farsi aiutare. Max ha un approccio con il sesso disincantato e malizioso, è una persona che ha anche degli interessi diversi, ma visto che è un esperto proprio in quel ramo finisce col diventare una specie di psicoterapeuta familiare da pronto intervento.
Io sono un marito e un padre rigido e moralista, molto conservatore in materia, arroccato sulla difensiva e con grandi difficoltà a relazionarsi col sesso e in un primo tempo mi rivelo piuttosto bacchettone: una volta scoperta l’identità di Max, lo considero un rivale pericoloso, sono geloso, credo di riscontrare in lui un interesse troppo acceso verso la sua vecchia amica di scuola e ne sono in qualche modo vittima, perché mia moglie e mio figlio ne sono attratti ed incuriositi, hanno più facilità a rapportarsi con lui rispetto a me. Col tempo però finisco con l’abbassare la guardia, capisco che non è un nemico, e decido insieme a mia moglie che forse davvero ci può aiutare: ci affidiamo ai suoi consigli e da lì parte una serie di esperienze assurde e molto comiche.

Nonostante una sceneggiatura molto dettagliata, avete avuto occasione di inventare sul set?
Certo, era naturale farlo: Brizzi ci lasciava improvvisare ed “allargare” facilmente, in molte occasioni ci invitava ad andare avanti tranquilli perché poi comunque nel montaggio avrebbe tagliato il superfluo. Infatti è stato sempre capace di prendere il meglio da ogni singola ripresa, ed anche tutto quello che poteva sembrare eccessivo e fuori luogo una volta rivisto e riproposto nel contesto giusto andava benissimo. Io e Fausto ci conosciamo bene, lui sa che ci sono dei momenti in cui ci si può lasciare andare in scena e mi lascia libero di farlo con grande facilità.
Ugo Tognazzi diceva che se si sceglie un comico per un certo ruolo si deve sempre pretendere che lui ti aiuti ad aggiungere qualcosa di suo nel personaggio. Per quello che mi riguarda, vivendo da sempre nel culto della commedia cerco sempre di affrontare personaggi e situazioni diverse, mantenendo costantemente il senso della misura; tento di portare tutto al minimo senza strafare e debordare. Ogni film ha la sua storia e le sue esigenze: quando a Buster Keaton cade una casa sulla testa lui rimane alla finestra e non fa mai tante smorfie, e a me piace lavorare in questa direzione.

Come si è trovato in scena con i suoi colleghi?
Io e Claudia Gerini avevamo già fatto parte dello stesso cast in passato in TUTTI GLI UOMINI DEI DEFICIENTE, con la Gialappa’s band, e in EX di Fausto, ma in entrambe le occasioni non avevamo scene in comune. Girare un film con lei per me rappresenta un apice assoluto, Claudia ha un approccio con il lavoro molto simile al mio, all’insegna del disincanto e del peso relativo da dare a tutto il contesto. È una bravissima attrice che si muove sempre a suo agio tra i vari generi, ma credo che la commedia le riesca particolarmente bene: in questo nuovo film è brava, prestante, giusta per il ruolo: se si ha l’orecchio da commedia ci si “passa la palla” bene in scena e quando si può lavorare con un’attrice di questo livello è tutto più semplice. Avevo invece già recitato insieme a Filippo Timi in Come Dio comanda di Gabriele Salvatores, un film drammatico, molto diverso da questo. Era ora che Filippo avesse l’opportunità di misurarsi con la commedia, dati i potenziali ironici, comici e brillanti che ha da tempo messo in luce sia in teatro sia come scrittore. Negli ultimi anni lui ha interpretato spesso film e ruoli seri, e qui doveva cercare non di essere comico ma di diventarlo quasi suo malgrado: il suo Max discute con grande schiettezza e semplicità di tutto, ha un rapporto disincantato col sesso, ne parla come se si trattasse di costruire un mobile dell’Ikea e si trasforma così in una specie di insegnante... Credo poi che sia perfetta Virginia Raffaele, che interpreta la governante sudamericana bisognosa d’affetto e attratta dal mondo maschile, in special modo da certi tipi prestanti come Max, ed è molto bravo Alessandro Sperduti che interpreta mio figlio: quando in una scena mi rifà il verso mi somiglia in modo incredibile.

Ci sono stati momenti del set particolari che ricorda più volentieri?
Uno, un po’ imbarazzante, riguarda una scena ambientata in una finta “dark room” in cui dovevamo riconoscerci al buio toccandoci reciprocamente l’un l’altro… ma tutta la lavorazione è stata contrassegnata da buonumore e divertimento costanti, tutta la troupe, dai macchinisti ai truccatori, è stata contagiata dal morbo della battuta a doppio senso: una frase qualunque acquistava sempre e comunque un doppio senso a sfondo sessuale e questo gioco si è rivelato una sorta di valvola di sfogo liberatoria.


Claudia Gerini
Come si è trovata alle prese con una storia ed un personaggio scritti espressamente per lei e le sue corde?
Mi ero già trovata molto bene con Fausto Brizzi recitando in Ex, che era però una commedia corale, ma quando lui mi ha prospettato una parte da protagonista con Fabio De Luigi mi è sembrata un’occasione da non perdere perché mi permetteva di affrontare un personaggio a tutto tondo insieme ad un argomento attuale, molto graffiante e accattivante. Brizzi è sempre molto bravo ad individuare e mettere a fuoco tendenze e gusti, ed è più che specializzato nella sfera coppia/amore. Mi ha raccontato il copione a voce prima di farmelo leggere e sono subito morta dal ridere. Poi, a lettura avvenuta, la storia si è rivelata divertentissima così come lui l’aveva raccontata, forse ancora di più.
Recitare con Fabio De Luigi è stata una passeggiata, entrambi incarniamo due tipologie di interpreti molto precise, anche lui come me non risulta mai volgare: durante le riprese siamo riusciti a toccare certi argomenti difficili mantenendo una costante leggerezza che ti protegge da qualsiasi volgarità, ma spesso non riuscivamo ad andare avanti per il troppo ridere... Anche Filippo Timi, pur se in una veste per lui così insolita, ha rivelato una forza espressiva e capacità interpretative eccellenti, è una persona molto sensuale e come attore si è rivelato più che pertinente per il suo ruolo di pornostar: insomma ho avuto la fortuna di imbattermi in due compagni di lavoro molto in gamba e piacevoli, ci siamo davvero divertiti tanto.

Che cosa succede in scena al suo personaggio?
Giulia ama riamata suo marito Andrea, tra loro non c’è una vera e propria crisi ma a letto attraversano un periodo di stanca: quando arriva in casa il suo grande amico del passato Max lei gli affida presto sul campo il ruolo del “terapista d’urgenza”. Gli racconta le sue insoddisfazioni, gli chiede cosa possa fare per risvegliare i desideri addormentati e cerca di seguire con attenzione scrupolosa i rimedi che lui consiglia. Anche suo marito dopo le paure ed i sospetti iniziali – una volta scoperto quanto sia impietoso il confronto con un “rivale” così aitante, spregiudicato e carismatico – si convince a sua volta a consultarlo speranzoso. La coppia finirà regolarmente in una serie di guai, ma poi tutto si risolverà per il meglio.

Ha visto questa opportunità come un’occasione brillante per dar vita ad una donna moderna di oggi?
Si, Giulia e Andrea sono una coppia normale come tante, lei è dolce e attenta alla famiglia ma ha anche voglia di assecondare le proprie esigenze di donna, vuole divertirsi ed essere amata: si tratta di situazioni molto moderne rispetto a quelle descritte in tante recenti storie piuttosto maschiliste per cui l’uomo sembra in diritto di vedere i suoi appetiti soddisfatti sempre e comunque e la donna invece no…

Pensa di avere una particolare vocazione alla commedia o crede nell’eclettismo di interprete?
L’opportunità di saltare da un genere all’altro è frutto di un lavoro e di diverse scelte mirate: nel corso degli anni ho cercato di scegliere bene i vari progetti senza ripetere me stessa né annoiare il pubblico, ma anche di fare sentire alcuni registri di attrice diversi. La commedia è il mio pane quotidiano, ma anche il dramma mi può essere congeniale, è difficile rinunciare all’uno o all’altro.
Mi sento un’attrice privilegiata perché, ad esempio, prima di questa commedia di Brizzi destinata ad un pubblico blockbuster ho avuto l’opportunità di recitare in film di genere diversi e in altri d’autore più raffinati: il recente IL MIO DOMANI di Marina Spada, il surreale LA LEGGENDA DI KASPAR HAUSER di Davide Manuli con Vincent Gallo e LABYRINT, un thriller/action in due parti per le tv inglese, francese e tedesca ambientato in Sudafrica, dove mi sono divertita ad interpretare una parte di carogna, crudele ed assassina. Questa rosa di possibilità multiple rappresenta qualcosa di cui mi vanto con me stessa, significa avere raggiunto un livello interessante di credibilità di attrice per poter spaziare a 360 gradi.

Che rapporto si è creato sul set con Brizzi e con gli altri colleghi?
La sceneggiatura era molto precisa e dettagliata, ma Fausto è sempre stato molto aperto a spingere l’acceleratore sulle battute, accettava volentieri tutto quello che arrivava in più e sul set il primo a divertirsi era lui. Ho avuto la fortuna di recitare con dei commedianti esperti, con cui era facile passarci la palla bene l’un l’altro in scena: Fabio De Luigi è un comico naturale, ma anche un attore dai tempi impeccabili, è una sicurezza, ci conosciamo da tanti anni, abbiamo recitato due volte in uno stesso film (Tutti Gli Uomini Del Deficiente di Paolo Costella, con la Gialappa’s band, e Ex di Brizzi), ma senza mai apparire in scena insieme.
Questa volta avevamo in comune diverse scene coniugali, e l’affiatamento tra attori è stato immediato, è stato facile e naturale per me interpretare sua moglie, eravamo molto complici nei tempi comici e nella recitazione, forse perché abbiamo diversi punti in comune come persone. Filippo Timi, invece, si è rivelato una fantastica scoperta: è un attore di grande talento, proveniente da tutt’altro tipo di cinema d’autore ed è stato divertente vederlo in azione nei toni esasperati e sopra le righe del pornodivo. È stata molto stimolante per me la possibilità di rapportarmi anche nella vita alle due personalità diversissime dei miei compagni di lavoro: De Luigi è più riservato, educato, guardingo, un tipico buon padre di famiglia, mentre Timi è più sfrontato, folle, naturalmente eversivo.

Ricorda qualche fase della lavorazione particolarmente impegnativa o difficile?
Abbiamo vissuto tanti momenti carini e buffi, penso soprattutto alla lunga, divertente ed impegnativa sequenza nel locale di Max in cui mi esibisco in uno sfrenato burlesque, ma anche ad un’altra scena di ballo con una canzone lenta e suggestiva. Un unico momento drammatico è arrivato quando abbiamo dovuto ripetere ben 38 ciak per una sequenza: Timi/Max raccontava di certi suoi amplessi più che focosi in autostrada in macchina tra Arezzo e Figline Valdarno e di come in quei momenti avesse una veemenza tale da far crollare tutto: scoppiavamo a ridere tutti regolarmente, eravamo preoccupati perché non riuscivamo a chiudere la scena (il giorno dopo avremmo dovuto abbandonare quell’ambiente). Guardavo Fausto per autodisciplinarmi, ma in tutta la troupe chi era il più paonazzo di tutti per il troppo ridere era proprio lui.


Filippo Timi
Cosa ha pensato quando le hanno proposto questo film?
Ho capito subito che si sarebbe trattato di un’occasione più che stimolante, lo erano sia il ruolo che mi veniva offerto, sia la possibilità di affrontare un argomento chiave come il sesso, che nel copione non veniva mai trattato però in modo volgare. Mi piaceva molto l’idea di lavorare con un cast particolarmente indovinato, di misurarmi direttamente con la commedia satirica e di poter mostrare finalmente anche al cinema altre mie sfumature, dopo tanti spettacoli teatrali in cui passavo spesso dal registro tragico a quello comico: ho pensato allora che se avessi girato finalmente un film di genere sarebbe stata per me un’esperienza molto... rock.

Chi è il personaggio che lei interpreta?
Max è un uomo che di mestiere fa sesso, vive felicemente la sua condizione, ma quando a distanza di tempo ritorna in contatto con la sua amica di sempre Giulia si scopre invaghito di lei. Mentre spiega che se si sta insieme a qualcuno non tutto è scontato e che invece bisogna risvegliare qualcosa, intuisce che a un certo punto si debba affrontare l’universo dell’affettività e capisce che gli manca un rapporto familiare serio, anche se ha a disposizione tutto il resto (“chi ha il pane non ha i denti”) e che sia necessario fermarsi e concentrarsi su un’unica donna da amare.

Che cosa accade in scena?
Il mio personaggio viene ospitato per un certo periodo in casa dalla sua amica di sempre Giulia, ma senza che suo marito Andrea immagini quale sia il suo vero mestiere (lo scambia per un attore di prosa). Presto Max intuisce che Giulia e Andrea hanno dei problemi di coppia, capisce che tra loro si è spento ogni gioco di desideri e allora inizia a proporre all’amica particolari ed ingegnose soluzioni. Quando però Andrea scopre il vero mestiere di Max si rende conto che rappresenta un potenziale e temibile rivale e si oppone all’idea che lui diventi il consigliere intimo di entrambi; a un certo punto però accetta e prova ad assecondarne le varie proposte, che una volta messe in pratica creano però solo grandi disastri...

C’era la possibilità di inventare in scena?
C’era una sceneggiatura molto ben scritta, con i tempi e le battute giusti: Fausto Brizzi è un regista che sa sempre bene quello che vuole, ma una volta girata una certa scena così come la voleva lui, abbiamo spesso imbastito alcune sequenze di improvvisazione come soluzione parallela. Anche in queste occasioni Fausto ha rivelato grande maestria, è un cineasta che sa scrivere e sa creare le situazioni comiche anche in extremis e ci ha diretti davvero sempre al meglio, in un clima sereno e nel buonumore generale: si sentiva che stavamo facendo la commedia pura e questo mi dava gioia e leggerezza.

Come si è trovato con i suoi partner?
Con Claudia Gerini c’è stato subito amore puro: è una bella persona, simpatica, dolce, affascinante, un sogno insomma, a contatto con una donna simile era logico che il mio personaggio la guardasse con rimpianto pensando: “cosa mi sono perso finora…”.
Anche con Fabio De Luigi si è creata presto una grande familiarità, è schietto e simpatico e molto spesso sul set alla prese con certe situazioni “impossibili” del copione scoppiavamo a ridere appena c’era da battere il ciak.. Sono stato molto a mio agio anche nelle sequenze con Giorgia Würth che è una collega pornostar di Max, che si rivelerà poi la donna con cui lui tenterà di dar vita ad una famiglia. La loro è la storia classica dell’amica che vedi tutti i giorni e che sorpassi distrattamente, fino a quando poi non capisci che ti accende davvero qualcosa e che è lei quella che cercavi per riempire una dimensione della tua vita lasciata in sospeso.
Paradossalmente il nostro è anche un film dolce, la satira non è facile e scontata nonostante la materia affrontata, si descrive sempre e comunque il lato umano della vicenda. Brizzi aspirava a rendere il mio ruolo lontano da ogni eccesso macchiettistico e allora prima di girare mi sono documentato a lungo, parlando ad esempio spesso con una vera pornostar, Franco Trentalance, che mi ha aperto un mondo, raccontandomi come funziona e cosa succede al suo interno e confidandomi la sua costante aspirazione ad una vita normale. Anche io, del resto, dopo sei mesi di tourneè teatrale ho solo voglia di tornare a casa e di restarci il più possibile…


Giorgia Würth
Chi è la Vanessa che lei interpreta in questo film?
È una pornostar dell’Est molto disinvolta e per niente sofisticata, dice sempre quello che pensa, capisce le cose a livello istintivo e non cerebrale, non ha filtri. È diversa nel look da tante altre attrici hard, somiglia un po’alla Valentina del fumetto di Crepax, porta la parrucca nera con la frangetta corta e quando esce di casa indossa invece una parrucca multicolore.
Per lei la sessualità è uno degli aspetti normali della vita, non ha nulla di sporco e malizioso; è il suo mestiere, non la usa per secondi fini, rappresenta il suo modo di fare del bene: vedendo ad esempio depresso, ansioso e preoccupato il personaggio di Andrea interpretato da Fabio De Luigi, è convinta che sia sufficiente offrirgli un po’ di sesso orale per calmarlo e rimetterlo in sesto (ma lui le si nega imbarazzato, rispondendole regolarmente: “grazie, non mancherà occasione..”).

Ha avuto qualche perplessità prima di accettare un ruolo così insolito?
No, nessuna: avevo già interpretato un’altra icona a luci rosse, Ilona Staller/Cicciolina, nella recente fiction tv di Sky MOANA con Violante Placido protagonista. A suo modo Vanessa è un’attrice hard molto casta, lavora spesso in coppia con il suo collega Max e forse è anche un po’ innamorata di lui. In fondo piacerebbe anche a lei mettere su famiglia.
COM’È BELLO FAR L’AMORE è comunque una commedia per famiglie, quando ho letto la sceneggiatura ho capito che il personaggio e la storia erano molto più comici di quanto io li avessi immaginato. Con Brizzi abbiamo deciso di giocare sul fatto che il personaggio non parlasse bene l’italiano e che usasse un linguaggio particolare, tutto suo, dando vita ad un carattere autonomo che vive di luce propria, una donna divertente e divertita che non si prende mai troppo sul serio. A differenza dei tante donne un po’ intellettuali da me interpretate nel recente passato questa ragazze è scemotta e piuttosto comica, anche involontariamente, ma con Fausto sapevo di essere in buone mani e mi sono fidata: ho pensato: “finché mi offrono ruoli simili sto al gioco, arriverà il momento in cui mi offriranno soltanto parti di vecchie zie.

Quali ricordi particolari conserva del set?
Uno particolarmente buffo e divertente riguarda una sequenza di film dentro il film in cui io e Filippo Timi siamo chiamati ad interpretare due antichi romani: io sono Messalina e gli salto addosso eccitata con molta poca grazia e tanto peso addosso… Ho avuto la fortuna di poter recitare con commedianti esperti, ed anche se il copione era ben dettagliato abbiamo improvvisato tutti spesso e volentieri: Brizzi ci faceva girare una prima volta una certa scena così come era stata scritta, ma poi nel ciak successivo lasciava che la recitassimo come volevamo noi, e alla fine lui decideva sempre per il meglio: ci sono sequenze che nella sceneggiatura erano scritte su una sola pagina e che poi una volta sul set sono diventate lunghe come se le pagine fossero state quattro. Ricordo poi il piacere speciale di lavorare con il grande Filippo Timi.
Pensavo da tanto tempo a questa eventualità come un sogno che poi si è finalmente realizzato - sono una sua grande ammiratrice fin dall’epoca dei suoi spettacoli teatrali con Giorgio Barberio Corsetti: con Filippo c’è stata da subito una collaborazione costantemente “reattiva”, è un attore dotato di un’energia pazzesca, arriva la mattina al trucco ed è già carico di energia, non sta fermo un attimo, non è mai stanco, è una persona molto fisica, un interprete che ha un suo stile personalissimo. Stare in scena insieme a lui è molto stimolante per la tua reattività, mentre io invece, al contrario, mi stanco subito e per questo lo invidio tantissimo...

Si sente a suo agio con la commedia, è un genere che sente nelle sue corde?
Per quello che mi riguarda sto lavorando da tempo su personaggi fisicamente diversissimi tra loro. In questo film sono ancora una volta differente dal solito, credo che sia interessante mostrare col tempo tante tue facce diverse, non mi piacciono quegli attori che tendono solo a riprodurre loro stessi all’infinito. In un carattere preferisco cercare sempre qualcosa che non c’entri niente con me: la Vanessa che interpreto questa volta è distante da me anni luce, ma è bello e stimolante poter creare un altro da sé. In un primo tempo sembravo un’attrice destinata più che altro a far piangere, ho girato ad esempio con Alessio Boni in Ticino SINESTESIA, un film del regista svizzero Erik Bernasconi dove sono un avvocato tradito che si ritrova con un marito handicappato dopo un incidente.
Mentre ultimamente sono conquistata sempre di più dalla commedia e dai suoi potenziali: ci sono arrivata per merito di Brizzi che mi ha voluto in Ex, in Maschi contro femmine e in Femmine contro maschi e ora mi sono accorta che la Vanessa di COM’È BELLO FAR L’AMORE è il ruolo più comico fra tutti quelli da me interpretati. Quando si è a contatto stretto con gli attori brillanti si tende a “rubare” molto, e io cerco sempre di imparare e di riprodurre quello che capto: una volta acquistata una certa dimestichezza con un genere così difficile mi è cresciuta la voglia di puntare a dare sempre il meglio. Quando vedi in sala la gente che ride alle tue battute e alle tue “facce” ti succede qualcosa davvero esaltante , ti arriva in circolo adrenalina pura...
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Qualche film interessante: Cristian e Palletta contro tutti, Come pietra paziente, Cleopatra, Citta' nuda, Ciao Brother, Chi nasce tondo, Che cos'e' un Manrico, Certi bambini, Cemetery of Splendour

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