L'estate di Martino di Massimo Natale.

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locandina L'estate di Martino
 
Regista: Massimo Natale.
Titolo originale: L'estate di Martino
Durata: 85'
Genere: Drammatico
Nazione: Italia
Rapporto:

Anno: 2010
Uscita prevista:

Attori: Treat Williams, Luigi Ciardo, Matilde Maggio, Pietro Masotti, Matteo Pianezzi, Simone Borrelli, Renata Malinconico, Marcello Prayer, Silvia Delfino, Matilde Pezzotta
Soggetto: Giorgio Fabbri
Sceneggiatura: Giorgio Fabbri

Trama, Giudizi ed Opinioni per L'estate di Martino (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia: Vladan Radovic
Montaggio: Paola Freddi
Musiche: Roberto Colavalle
Scenografia: Sabrina Balestra
Costumi: Alessia Condò

Produttore: Mario Mazzarotto
Produttore esecutivo: Linda Vianello
Produzione: Movimento Film, RAI Cinema
Distribuzione:

La recensione di Dr. Film. di L'estate di Martino
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Colonna sonora / Soundtrack di L'estate di Martino
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).

Informazioni e curiosità su L'estate di Martino

Tratto da "“LUGLIO 80” di Giorgio Fabbri Vincitore del Premio Solinas 2007.
Film riconosciuto di Interesse Culturale dalla DIREZIONE GENERALE per il CINEMA del MINISTERO per i BENI e le ATTIVITÀ CULTURALI; film realizzato in collaborazione con APULIA FILM COMMISSION.

Note dalla produzione:
note di regia
L’idea di far passare “Luglio 80” dalla scrittura alla pellicola è una sfida stimolante e interessante per vari motivi. Il primo è che si tratta di una sceneggiatura vincitrice del Premio Franco Solinas 2007. Un premio autorevole che sottolinea la felicità dell’intuizione e la bontà narrativa dell’autore.
Per chi realizza la sua opera prima è stimolante confrontarsi con una sceneggiatura i cui meriti sono stati ampiamente riconosciuti.

“Luglio 80” è la storia di due mondi, due caratteri, due solitudini che si incontrano su una assolata spiaggia della Puglia in un periodo storico per noi italiani molto particolare. Siamo infatti tra il 27 giugno e il 2 agosto 1980. Ovvero tra le stragi di Ustica e di Bologna. E la nostra vicenda, che non è assolutamente una vicenda di cronaca giudiziaria o di “spionaggio”, si svolge proprio attraverso gli occhi, i sorrisi, le parole e i silenzi di questi nostri due protagonisti: un militare americano ed un quindicenne pugliese. L’incontro? La passione per il surf. Il secondo motivo è che non si tratta di una “storia”, ma di una “favola” (o forse, ancor di più, del sogno di ogni persona). E come in tutte le favole la realtà può non essere quella che ci circonda…

Il terzo motivo è che contiene un messaggio straordinariamente positivo: lo sport, anche se come semplice passione personale, avvicina le persone, può far superare le barriere qualunque esse siano, come, simbolicamente, nel nostro caso, una rete metallica protetta da sorveglianza armata.
Senza per questo voler fare un film “sportivo” sicuramente la presenza di questo sport permette sequenze spettacolari ed emozionanti.

Il quarto motivo è la particolarità dell’ambientazione. Tutto il film, a parte due brevi passaggi, si svolge su unico palcoscenico: una spiaggia. Le inquadrature, gli angoli di ripresa, le luci, la capacità narrativa dei particolari e dei volti diventano parte integrante ed importante della scenografia naturale di quello spicchio di Puglia.
Un film, concludendo, che porta in sé due anime, quella legata all’immagine ed alle emozioni che uno scenario naturale ed unico al mondo come la Puglia può dare, e quella dell’interpretazione dei protagonisti. È un film dove anche, e a volte soprattutto, i silenzi hanno il loro peso ed il loro profondo significato. Senza dimenticare, sullo sfondo, due grandi tragedie che hanno colpito il nostro paese e la speranza di come sarebbe bello se certe cose appartenessero solo al passato.
Massimo Natale


note di GIORGIO FABBRI
Nel luglio 1980 avevo due anni e probabilmente non avevo la minima idea di quanto stava succedendo in Italia. I miei ricordi di quel mese sono ricordi di seconda mano e perciò poco attendibili. Si confondono con l’immaginazione, assumono i tratti del mito, come la crisi missilistica di Cuba e l’omicidio Kennedy, il ‘68 e Piazza Fontana, le Brigate Rosse e Moro, tutti tragici effetti di una Guerra Fredda che spaccava il mondo in due.
È in questi termini che ho sempre vissuto il disastro aereo di Ustica e la strage di Bologna. Anche perché se uno considera che si parla di eventi accaduti a distanza di poco più di un mese proprio all’inizio degli anni Ottanta, allora per chi non c’era tutto questo sembra pura finzione. Non può essere accaduto davvero. E invece è successo.

Dov’ero io nel luglio 1980? A scavare buche in una spiaggia dalle parti di Alimini, coccolato dagli abbracci materni e da quelli del mare, felicemente ignaro di tutto. In questa spiaggia il mare è quasi sempre mosso, con onde lunghe da surf. Il surf è uno sport strano, perché nell’immaginario popolare è un prodotto culturale tipico americano, californiano e consumistico, ma nello stesso tempo ha un sapore di “controcultura” che fa subito venire in mente Un mercoledì da leoni e Point Break. Peccato, penso sempre, che in Italia non sia mai stato fatto un film sul surf, come se fosse brevetto esclusivo degli americani, perché è uno sport che si presta bene per fare da impalcatura ad altre trame, come dimostrano i due film sopracitati e molti altri. E l’Italia, che quanto a gente di mare non ha da invidiare niente a nessuno, ha in giro per il mondo dei campioncini che hanno imparato proprio sulle spiagge di Anzio, Viareggio, Savona, Oristano e Alimini.
In Puglia ci sono delle spiagge per surfisti che hanno anche un’altra caratteristica. Si trovano nei pressi di alcune delle più importanti basi Nato in Italia.

E’ da queste suggestioni che nasce l’idea alla base di L’estate di Martino. E’ una storia ambientata tra Ustica e Bologna, tra questi due pilastri della Storia italiana, in quel mese che a posteriori appare come il respiro raggelato tra un colpo di pistola e il successivo, il tempo in levare tra due battute musicali. Andando a pescare tra i miei ricordi, ho pensato che poteva essere una bella sfida utilizzare un’unità di luogo e ambientare la storia interamente su una spiaggia, dove all’indomani della tragedia di Ustica un ragazzino pugliese fa la conoscenza di un anziano militare della vicina base Nato che gli insegna a surfare. Cosa può succedere a far incontrare due personaggi del genere? Cosa ha da dire un soldato a un ragazzino? O meglio: cosa ha da dire un soldato americano in piena Guerra Fredda? O meglio: cosa ha da dirci nel periodo in cui la Guerra Fredda investe l’Italia con più effetto?
Forse non ha da dirgli proprio un bel niente, ho pensato. Cosa vuoi che si dicano due così distanti?
E infatti non si dicono, fanno. Rubando la drammaturgia esemplare de Il vecchio e il mare, nella nostra storia il surf e il mare della Puglia diventano per i due un canale, l’unico possibile, per comunicare e imparare l’uno dall’altro. In un tempo e luogo sospeso dalla Storia, i due imparano che non è obbligatorio vivere come stanno facendo tutti. Perché laggiù nel continente la gente si spara e le bombe esplodono e non può essere obbligatorio vivere così.


note del produttore
La promettente base per la produzione del film “L’estate di Martino” parte da una prima stesura di sceneggiatura selezionata per rappresentare l’Italia ad uno dei più importanti festival internazionali del settore “Hartley Merrill International Screenwriting Prize” e vincitrice del prestigioso concorso italiano “Premio Solinas 2007” con la seguente motivazione: “Per aver saputo costruire la delicata e complessa storia di formazione di un adolescente attraverso l’amicizia con un militare statunitense, sullo sfondo del magnifico paesaggio marino, di vivida evocazione della memoria cinematografica; arrivando a lambire, nel confronto tra due culture così vicine eppure così distanti, tra piccoli e grandi segreti, alcune pagine dolorose della nostra Storia”.
“L’estate di Martino” è una storia drammatica ma con risvolti fantasy, un racconto di formazione delicato e poetico incentrato su una bella storia d’amicizia tra un quattordicenne pugliese e un anziano militare americano.

L’esperienza dell’autore Giorgio Fabbri come consulente e story editor per numerose fiction televisive Mediaset, e la già collaudata esperienza artistica e professionale con il regista Massimo Natale, pongono le basi per una ottima e proficua riuscita di un progetto che, coerentemente con un budget congruo alla realizzazione di un’opera prima, aspira ad una visibilità internazionale.
L’importanza e il valore artistico che la Puglia riveste all’interno della sceneggiatura, gioca un ruolo fondamentale nella realizzazione del film. Lungi dall’essere solo lo sfondo per le vicende narrate, l’ambientazione marina pugliese ha la triplice funzione evocativa (dalle spiagge paradisiache come punto di ritrovo dei protagonisti alle distese di mare impetuoso per la pratica del surf) narrativa (il mare e la sua simbologia hanno un preciso significato per la comprensione della storia) e, al tempo stesso, critica nei confronti di un uso che ancora oggi le viene riservato (alcuni territori della costa pugliese sono vietati all’accesso perché sotto il controllo della NATO).
Mario Mazzarotto

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