Niente paura di Piergiorgio Gay

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locandina Niente paura
 
Regista: Piergiorgio Gay
Titolo originale: Niente paura. Come siamo come eravamo e le canzoni di Luciano Ligabue
Durata: 85'
Genere: Documentario, Musicale
Nazione: Italia
Rapporto:

Anno: 2010
Uscita prevista: Venezia 2010,17 Settembre 2010 (cinema)

Attori: Luciano Ligabue, Luciana Castellina, Don Luigi Cioffi, Beppino Englaro, Margherita Hack, Stefano Rodotà, Sabina Rossa, Paolo Rossi, Govanni Soldini, Carlo Verdone, Umberto Veronesi, Fabio Volo, Javier Zanetti
Sceneggiatura: Piergiorgio Gay, Piergiorgio Paterlini

Trama, Giudizi ed Opinioni per Niente paura (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia: Marco Sgorbati
Montaggio: Carlotta Cristiani
Musiche: Luciano Ligabue

Produttore: Lionello Cerri, Valerio De Paolis
Produzione: Lumière Company
Distribuzione: Bim Distribuzione

La recensione di Dr. Film. di Niente paura
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Colonna sonora / Soundtrack di Niente paura
BALLIAMO SUL MONDO
(Luciano Ligabue)
Copyright © Fonit Cetra Music Publishing S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. /
Sugarmusic S.p.A. / Kromaki Music Ediz. S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
BUONANOTTE ALL’ITALIA
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
SOGNI DI ROCK’N ROLL
(Luciano Ligabue)
Copyright © Mascheroni Edizioni Musicali S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
L’AMORE CONTA
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
NEL TEMPO
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
(p) Warner Music Italia S.r.l.
UNA VITA DA MEDIANO
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. / Sugarmusic S.p.A.
cantato da Luciano Ligabue
(p) Warner Music Italia S.r.l.
NIENTE PAURA
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
LIBERA NOS A MALO
(Luciano Ligabue)
Copyright © Fonit Cetra Music Publishing S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. / Sugarmusic S.p.A.
cantato da Luciano Ligabue
(p) Warner Music Italia S.r.l.
URLANDO CONTRO IL CIELO
(Luciano Ligabue)
Copyright © Fonit Cetra Music Publishing S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. / Sugarmusic S.p.A.
cantato da Luciano Ligabue
(p) Warner Music Italia S.r.l.
NON È TEMPO PER NOI
12
(Luciano Ligabue)
Copyright © Fonit Cetra Music Publishing S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. /
Sugarmusic S.p.A. / Kromaki Music Ediz. S.r.l.
cantato da Luciano Ligabue
SULLA MIA STRADA
(Luciano Ligabue)
Copyright © Warner Chappell Music Italiana S.r.l. / Fuoritempo S.r.l. / Sugarmusic S.p.A.
cantato da Luciano Ligabue
(p) Warner Music Italia S.r.l.

Informazioni e curiosità su Niente paura

Note dalla produzione:
Raccontare un musicista italiano e il suo pubblico per ripercorrere gli ultimi trent’anni del nostro Paese.
Ma possono le canzoni raccontare la società? E può il percorso artistico di un musicista – nel nostro caso Luciano Ligabue raccontare come eravamo e come siamo adesso?
La musica popolare parla di noi, e spesso ci ritrae meglio di tanti saggi o studi sociologici.
Parte da un’emozione, dal ritmo, in maniera viscerale. Una canzone può semplicemente rimanere legata a un momento particolare della nostra vita, darci felicità, amarezza o nostalgia nel ricordo. Addirittura “celebrare” un evento cruciale, diventare “rito”, nel senso più laico e bello del termine (“Ehi, senti senti… questa è la nostra canzone!”).
Canzoni ed emozioni. Canzoni nello scorrere della vita personale ma anche sociale e politica. Canzoni e memoria. Memoria personale e memoria collettiva, nel duplice senso di memoria di un Paese e memoria di tante persone insieme.

Perché Luciano Ligabue?
Perché è un musicista italiano popolare; perché nei suoi concerti quando canta Non è tempo per noi, vengono proiettati sul maxischermo gli articoli della Costituzione italiana; perché quando canta Buonanotte all’Italia scorrono alle sue spalle i visi delle persone che hanno fatto qualcosa per questo paese; perché quando finisce i concerti si rivolge al
pubblico dicendo:
Vorrei augurare la buona notte
a tutti quelli che vivono in questo Paese
ma che non si sentono in affitto,
perché questo Paese è di chi lo abita
e non di chi lo governa.

Ask not what your country can do for you - ask what you can do for your country.
Non chiedere cosa può fare il tuo paese per te, chiedi cosa puoi fare tu per il tuo paese.
Discorso d’insediamento di John F. Kennedy - 20 Gennaio 1961

Niente paura è un film documentario sull’identità nazionale non razzista, non regionalista, nell’epoca delle “passioni spente”, nell’epoca della crisi radicale della politica, in senso lato.
Il film racconta - in modo non ideologico, non didascalico, non “a riassunto”, ma attraverso le storie personali (ma che assumono significato e valore collettivo) di uomini e donne comuni, di persone conosciute e dello stesso Ligabue - colonna sonora del film e “narratore per eccellenza” - come siamo e come eravamo, in realtà da dove veniamo (fine anni Settanta, primi anni Ottanta, quando si opera una svolta sia nelle istituzioni che nel costume) e quale Paese siamo diventati oggi.
Un Paese, ad esempio, dove la dimensione collettiva della festa (la festa popolare è sempre anche una grande forgiatrice di identità) si esprime ormai solo ai concerti e alle partite di calcio della Nazionale, un Paese in cui perfino difendere il tricolore o l’inno di Mameli è motivo di scontro politico.

La lontananza dei partiti dalla gente - non il contrario - e l’urgere oggettivo di temi nuovi fa sì che chi si riconosce in un Paese non rassegnato combatta per la difesa della Costituzione (diventata non la base minima della convivenza civile, ma una specie di “libro dei sogni”, come dice Ligabue, qualcosa che ci sta davanti, un obiettivo da raggiungere) e per i temi cosiddetti etici: i diritti. Non solo e non tanto il classico diritto al lavoro - mai come oggi messo comunque radicalmente in discussione - ma il diritto a decidere sul proprio percorso di fine vita, pari diritti elementari fra persone di appartenenza etnica diversa, di diverso orientamento sessuale, eccetera.

Questa difesa-proposta salda alcuni “nuovi” diritti individuali (il testamento biologico, ad esempio) con un impegno anche duro, rischioso, su terreni che stanno al confine fra etica, società, politica: contro la mafia, contro la camorra, contro l’impunità delle stragi, contro il razzismo nei confronti dei lavoratori immigrati, contro l’omertà che attraversa la coscienza delle persone…
Se - come ricorda Luciana Castellina - l’impegno politico che aveva assunto le dimensioni di una partecipazione impetuosa e di massa negli anni Sessanta e Settanta era la traduzione laica del “cristiano” amore per il prossimo con orizzonti di cambiamenti radicali di giustizia sociale, dagli anni Ottanta a oggi questa “passione” ha assunto sempre più la forma “resistenziale” bene riassunta da Don Luigi Ciotti, quando ci ricorda che “resistere” ha la stessa radice latina di “esistere”.
Piergiorgio Gay e Piergiorgio Paterlini


Niente paura è sicuramente un documentario atipico: raccontare la società in cui viviamo attraverso un musicista italiano e il suo pubblico, e attraverso l’intervento di personaggi famosi, rappresentativi ognuno nel proprio ambito, è stato un lavoro affascinante ma molto complesso in termini produttivi.
Appena ho letto il progetto di Piergiorgio Gay ho capito immediatamente l’importanza di realizzare un film di questo tipo, un film che attraverso la coralità, attraverso le storie personali che assumono valore collettivo, parla del paese in cui viviamo e delle trasformazioni che ha vissuto negli ultimi decenni. Discutendo insieme a lui e suggerendo alcune tematiche che nel racconto dovevano in qualche modo essere trattate, abbiamo definito, anche grazie alla collaborazione di Piergiorgio Paterlini, lo sviluppo dell’idea.

Abbiamo quindi immediatamente coinvolto Luciano Ligabue, senza il cui contributo non avremmo potuto sviluppare il progetto: la presenza di Luciano e delle sue canzoni rappresentano infatti il fondamentale filo conduttore che lega gli interventi che costituiscono il racconto.
Abbiamo poi iniziato un difficile lavoro per contattare e coinvolgere i personaggi famosi che a nostro avviso potevano sostenere l’idea su cui il documentario si fonda, facendo comprendere loro la necessità di realizzare questo film e l’importanza del loro contributo.

Ma il documentario non si compone solo di interventi di personaggi noti: a questi si intrecciano storie di persone comuni, fans di Luciano Ligabue, che attraverso la sua musica riflettono sulla società in cui viviamo, su come siamo e su come eravamo.
A questo si è aggiunto un complesso lavoro di ricerca, perché le immagini di repertorio sono, insieme a Luciano Ligabue, alla sua musica e ai personaggi intervistati, vere protagoniste del racconto: Nadia Boriotti e Piergiorgio Gay sono riusciti, dopo aver visionato attentamente il materiale proveniente dalle diverse fonti, ad individuare quei contributi che, in maniera più efficace, potessero sostenere l’idea del documentario, segnando i momenti fondamentali della “vita” recente del nostro paese.

Infine, come spiega Piergiorgio, non è stata scelta, per la realizzazione di questo documentario, una strada antologica, non si è voluto raccontare le storie in maniera diaristica: per fare ciò è stato fondamentale il lavoro di montaggio, frutto della perfetta collaborazione tra il regista e la montatrice Carlotta Cristiani che seguendo i racconti delle persone intervistate, le loro emozioni e la musica di Luciano Ligabue, sono riusciti a dare al documentario un’identità narrativa forte che, proprio grazie all’assenza di un percorso cronologico, riesce in maniera “prepotente” a far entrare lo spettatore, a coinvolgerlo emotivamente e a farlo riflettere.
Lionello Cerri


Sono bastati appena trent’anni per far perdere a questo Paese memoria, ideali, tutte le grandi passioni collettive. Anche la dimensione della festa popolare è rimasta soltanto nello spettacolo del calcio e nei grandi concerti pop e rock.
Ed è dalla musica che si parte per raccontare “come siamo e come eravamo”: trent’anni di storie e trent’anni di Storia del nostro Paese. Un racconto del cambiamento, affidato alle singole persone, a una dimensione che è quella dell’intimità.
Un racconto personale ma anche collettivo. Evocato dalla musica perché niente come la musica riesce a sottolineare, commentare a volte precedere ciò che viviamo. Certo, la musica racconta - a livello immediato, a partire dalla nostra reazione istintiva al ritmo prima ancora che alle parole - eventi ed emozioni privati: amore, dolore, speranze, attese, paura, coraggio. Ma poi le persone sono tutt’uno, ogni storia privata è incastonata indissolubilmente dentro la Storia di tutti.

Raccontare come siamo stati e cosa c’è davanti a noi attraverso le storie di persone che hanno qualcosa da dire, e ce l’hanno perché hanno vissuto sulla propria pelle storie significative: l’esodo da un martoriato Paese d’origine, un lutto, una battaglia civile… Non importa se queste persone sono famose o sconosciute: ognuno racconta per ciò che ha da dire, ognuno rappresenta se stesso, ma in questo modo il monologo si fa dialogo, nel film e con lo spettatore, in questo modo chi racconta offre uno specchio possibile anche a chi guarda.
Di specchio non a caso parla anche Luciano Ligabue a proposito delle sue canzoni. Le canzoni sono uno specchio possibile per chi ascolta. E anche le canzoni sono racconto, ma - prima di questo - emozione così universale, emozione allo stato puro, al punto che quasi non si riesce a definirla con le parole.

Il film intreccia strettamente racconto, canzoni, immagini (dal repertorio spesso inedito, fino ai video caricati su Youtube).
Il filo che lega le storie è a sua volta emotivo, non diaristico o didascalico. Si procede per analogie, suggestioni: una parola, una frase, una canzone (di Ligabue) “portano” direttamente dentro la prossima storia.
Non si è scelta alcuna strada antologica: questo film non è l’antologia e tantomeno la cronologia scolastica dei nostri ultimi trent’anni, e non è l’antologia della musica popolare italiana tout-court: la colonna sonora è quella delle canzoni di Luciano Ligabue, che peraltro – nello scrivere e cantare dichiaratamente “canzonette” - ci “costringe” durante i concerti a rileggere su un maxischermo i primi dodici articoli della Costituzione e a ripassare davvero la storia complessa del nostro Paese attraverso le gigantografie di personaggi che hanno lasciato un segno profondo, ancora una volta emotivo e insieme carico di significati: da Pantani a Sordi, da De Sica a Pertini a Falcone e Borsellino.


estratti dal racconto

COSTITUZIONE:
le regole che gli uomini si danno da sobri per camminare dritto quando saranno ubriachi.


Paolo Rossi
Con l'avvento della televisione in Italia, c’è stata una trasformazione del popolo in pubblico, e il pubblico è un tifoso, non è molto preparato come tutti i tifosi, soprattutto sui problemi che poi lo riguardano, ripeto il popolo è il pubblico ormai, vota da casa, applaude si indigna e poi va a dormire.

Art. 28 I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.


LUCIANO LIGABUE
Leggere semplicemente, i principi fondamentali, che sono i primi 12 articoli della Costituzione, oggi come oggi crea imbarazzo perché hai la sensazione che quegli articoli, che sono articoli pieni di buon senso, che in qualche modo promettevano un'idea di modernità, adesso invece che essere una carta dei diritti e dei doveri, sono una specie di manifesto dell'utopia.

Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


GIOVANNI SOLDINI
Credo nell'amore intanto, credo che bisogna alzarsi la mattina contenti, e cerco di farlo il più possibile; e poi credo nella giustizia, anche se magari invece non è sempre così, credo nei sogni, credo nella natura, alla fine, credo che la natura farà il suo corso.

Art. 16 Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.


Umberto Veronesi
Quando mi chiedono noi religiosi, abbiamo un codice etico, religioso che rispettiamo, ma voi laici che codice etico avete?

La Costituzione Italiana.
La Costituzione Italiana è estremamente avanzata ed è sorprendente che sia uscita con questo equilibrio nel rapporto interumano di una civiltà avanzata, solidaristico ma anche incentivante l'attività individuale, ma soprattutto controllato da un organo giudiziario bene equilibrato.

Art. 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.


DON LUIGI CIOTTI
In questo momento credo che non sia stonato dire, anche se a qualcuno può disturbare, che bisogna parlare di resistenza, perché la resistenza ha la stessa radice latina di esistere, vuol dire esserci, vuol dire fare, vuol dire mettersi in gioco.
La Costituzione ha bisogno dell'impegno per essere vissuta, di ciascuno di noi, per essere tradotta, per essere codificata, per essere immersa nelle fessure della società, oggi più che mai, e anche difesa. Insieme alla dichiarazione universale dei diritti umani, ha bisogno dell'impegno di ciascuno di noi.

Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di
svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.


STEFANO RODOTA’
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, che cos'è il lavoro in quell'articolo? È il contrario del privilegio in primo luogo, e lavoro vuol dire questo, che ciascuno deve essere messo nella condizione di costruire liberamente la propria vita senza privilegi, senza nessun tipo di autoritarismo esterno; secondo, il lavoro è qualcosa che unisce le persone, è legame sociale.

Art. 41 L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.


Javier Zanetti
Credo che chi fa grande il paese è il popolo. Il popolo che deve credere in sé stesso e deve portare avanti una certa mentalità, in modo che chi governa possa ascoltare, e magari possa cambiare idea se ha un'idea sbagliata.

Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.


LUCIANA CASTELLINA
(…) in Italia la democrazia è stata fatta dalla società civile, se non c'è più questa collettivizzazione, partecipazione della società civile non c'è più niente, e allora resta un vuoto riempito dal Grande Fratello dalla televisione da altre cose, e allora la democrazia non a caso soffre… Io mi sono impegnata in politica perché era la forma e l'espressione dell'amore per il prossimo cioè di pensare appunto non solo a sé stessi ma anche agli altri, che poi è cambiata c'è stata la carità cristiana e c'è stata la amicizia politica di sinistra che era l'equivalente, forse un tratto distintivo dell'amore per me, ma anche per la mia generazione in generale, era l'amore per il prossimo, in una forma moderna che non era quella della carità ma era quella di farsi carico dei mali del mondo.

Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


Carlo Verdone
Mi indigna molto l'assenza di dignità. Mio padre qualche ore prima di morire si rivolgeva a mio figlio e diceva caro Paolo oggi il mondo ha perso tanta dignità io ti chiedo di diventare un uomo onesto, io non voglio che il tuo nome sia sui giornali o che tu diventi ricco, io voglio che tu sia ricco di dignità.
Credo che gli accordi di Jimi Hendrix resteranno di estrema avanguardia per altri cinquant'anni, credo che sul comodino di ogni italiano ci dovrebbero essere le Lettere a Lucilio di Lucio Anneo Seneca, un grande indirizzo etico e morale, credo che più leggiamo i libri di Tiziano Terzani e più riusciamo a capire il senso della vita.

Art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.


Fabio Volo
Alla fine della vita di ognuno di noi, è giusto che uno venga giudicato per quello che ha fatto, ma io non metto in secondo piano per quello che avrebbe potuto fare e non ha fatto.

Art. 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.


Beppino Englaro
Noi sappiamo che Nelson Mandela è stato in prigione 28 anni per indicare la parità di diritti tra bianchi e neri, la stessa cosa è successa ad Eluana: è stata imprigionata in rianimazione semplicemente per rivendicare gli stessi diritti che aveva quando era capace di intendere e di volere; per il fatto di essersi ritrovata improvvisamente in questa situazione, non li poteva perdere, non poteva essere discriminata. E’ stata prigioniera anche lei in questi 6233 giorni per poter semplicemente dire no all'offerta terapeutica e lasciarsi morire.

Art. 13 La libertà personale è inviolabile.


Sabina Rossa
Il 12 Dicembre 1969 ho avuto la mia prima lezione di storia e di politica. Il giorno della strage di Piazza Fontana. Io avevo compiuto da pochissimo 7 anni. Ricordo che ebbi un sussulto di gioia quando ci fu la notizia che il giorno dopo le scuole sarebbero state chiuse per il lutto nazionale. Mio padre mi dette un sonoro ceffone a quella mia esultanza, spiegandomi che erano morte diverse persone e che non si poteva in nessun modo, per nessun motivo gioirne.

Art. 27 La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte.


Margherita Hack
Quella di oggi è un' Italia particolarmente incivile, in cui non c'è più una discussione razionale fra chi la pensa in maniera diversa, in cui si ascoltano le ragioni degli altri. Ora si da su la voce a tutti, non si lascia parlare chi non la pensa come te, e quindi si sta imbarbarendo proprio, la vita politica e la vita sociale: la violenza, contro il diverso, contro chi è più debole, contro l'handicappato, contro l'extracomunitario, contro chi è diverso da te, contro i gay. Oggi non c'è più il manganello o l'olio di ricino, oggi c'è la televisione, la televisione diverte mentre il manganello o l'olio di ricino facevan male, e quindi è proprio questo obnubilamento delle coscienze che preoccupa, io non so come si possa ribellarsi a questo degrado della società italiana, come si ci ribella? Davvero bisogna fare la rivoluzione, ma chi la fa se tutti sono addormentati, se tutti vivono nel loro piccolo benessere?

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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