
Regista: Catherine Hardwicke
Titolo originale: Red Riding Hood
Durata: 99'
Genere: Thriller
Nazione: U.S.A.
Rapporto:
Anno: 2011
Uscita prevista: 22 Aprile 2011 (cinema)
Attori: Amanda Seyfried, Gary Oldman, Billy Burke, Michael Shanks, Lukas Haas, Virginia Madsen, Julie Christie, Shiloh Fernandez, Max Irons, Michael Hogan, Darren Shahlavi
Sceneggiatura: David Johnson
Trama, Giudizi ed Opinioni per Cappuccetto Rosso Sangue (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
Titolo originale: Red Riding Hood
Durata: 99'
Genere: Thriller
Nazione: U.S.A.
Rapporto:
Anno: 2011
Uscita prevista: 22 Aprile 2011 (cinema)
Attori: Amanda Seyfried, Gary Oldman, Billy Burke, Michael Shanks, Lukas Haas, Virginia Madsen, Julie Christie, Shiloh Fernandez, Max Irons, Michael Hogan, Darren Shahlavi
Sceneggiatura: David Johnson
Trama, Giudizi ed Opinioni per Cappuccetto Rosso Sangue (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
Fotografia: Mandy Walker
Montaggio: Nancy Richardson,Julia Wong
Musiche: Brian Reitzell
Scenografia: Thomas E. Sanders,Mark Tompkins,Shane Vieau
Costumi: Cindy Evans
Produttore: Leonardo DiCaprio,Jennifer Davisson Killoran,Alex Mace,Jim Rowe,Julie Yorn
Produttore esecutivo: Catherine Hardwicke,Michael Ireland,Jim Rowe
Produzione: Appian Way, Random Films, Warner Bros. Pictures
Distribuzione: Warner Bros.
Montaggio: Nancy Richardson,Julia Wong
Musiche: Brian Reitzell
Scenografia: Thomas E. Sanders,Mark Tompkins,Shane Vieau
Costumi: Cindy Evans
Produttore: Leonardo DiCaprio,Jennifer Davisson Killoran,Alex Mace,Jim Rowe,Julie Yorn
Produttore esecutivo: Catherine Hardwicke,Michael Ireland,Jim Rowe
Produzione: Appian Way, Random Films, Warner Bros. Pictures
Distribuzione: Warner Bros.
La recensione di Dr. Film. di Cappuccetto Rosso Sangue
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Colonna sonora / Soundtrack di Cappuccetto Rosso Sangue
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).
Voci / Doppiatori italiani:
Letizia Ciampa: Valerie
Massimo Venturiello: Padre Solomon
Andrea Mete: Peter
Gianfranco Miranda: Henry Lazar
Angelo Maggi: Cesaire
Ada Maria Serra Zanetti: Nonna
Roberta Pellini: Suzette
Fabrizio Pucci: Adrien Lazar
Alessandro Quarta: Padre August
Veronica Puccio: Prudence
Roberto Draghetti: Capitano
Ennio Coltorti: Reeve
Franco Zucca: Locandiere
Davide Perino: Claude
Marco Vivio: Fratello Del Capitano
Rodolfo Bianchi: Lupo Mannaro (voce)
Informazioni e curiosità su Cappuccetto Rosso Sangue
Note dalla produzione:Abbi fede nella leggenda.
Abbi timore del lupo.
LA PRODUZIONE
LEGGENDA ANTICA. SANGUE GIOVANE.
Per un pubblico moderno, il titolo “Cappuccetto Rosso” puó far pensare ad una giovane bimba innocente con un mantello rosso col cappuccio che si dirige verso casa della nonna. Di fatto, la storia originale era una leggenda sui pericoli e gli inganni del mondo, scritto per spaventare le menti dei bambini, cosí influenzabili e impressionabili.
La regista Catherine Hardwicke fa notare che sono proprio le radici più sinistre a prestarsi perfettamente ad un fantasy thriller. “La maggior parte di noi è cresciuta con una versione ‘ripulita’ di “Cappuccetto Rosso”, ma la favola originale ha elementi oscuri che la rendono molto più intrigante di quanto sia possibile immaginare. L’idea di una bambina che va nel bosco tutta sola e viene seguita da un lupo che poi le parla… C’è talmente tanto mistero in questa immagine da catturare la nostra fantasia a diversi livelli. Quando si è bambini, la storia ha un unico significato, ma ripensandoci da adolescenti o adulti, ha tutt’altro effetto”.
Come spiega la produttrice Jennifer Davisson Killoran: “È una storia ‘icona’ e sebbene ne possiamo conoscere diverse versioni, ci sono degli elementi che si ripetono, essendo universali: il mantello rosso, il lupo, la bugia, la paura. È molto semplice, sebbene faccia molta paura. Eravamo emozionati dall’idea di prendere una favola antica e trasformarla per un pubblico moderno”.
Il messaggio implicito della favola di “Cappuccetto Rosso” è: non parlare agli sconosciuti.
Ma se il lupo fosse una persona amica… una persona di cui ci si fida… una persona che si ama? La Killoran fa notare che “la storia gioca sulle nostre paure piú profonde, ossia scoprire che le persone non sono chi pensiamo… Per me, il lupo cattivo rappresenta l’ansia di non conoscere con chi si ha a che fare”.
Con un piccolo ritocco sulla favola classica, nel film il predatore è un lupo mannaro, che ha guisa umana fino a quando la luna piena non illumina la sua vera natura. Su queste premesse, lo sceneggiatore David Leslie Johnson ha creato un giallo dove tutti sono i possibili sospettati e di conseguenza terrore e paranoia invadono un’intera comunità.
Come conferma la Killoran: “Virtualmente per ogni personaggio c’è un momento in cui si mette in dubbio la sua innocenza. La storia è stata scritta in modo che chiunque possa essere il lupo mannaro”.
“Credo che David abbia fatto un ottimo lavoro”, afferma la Hardwicke. “Si e tuffato nella genesi della leggenda per trarne l’essenza. E poi ha aggiunto la sua fervida fantasia all’impasto per arricchire incredibilmente la storia”.
A detta di Johnson: “Ho fatto molta ricerca su come la favola è stata tramandata, a seconda del tempo e del luogo. Ben prima di essere raccolta in un’unica favola con ciliegina finale sulla torta, conteneva elementi visivi decisamente inquietanti e il finale non era tanto scontato. Mi piaceva l’idea di allargare l’origine della storia per aumentarne i fattori pericolo, suspense e avventura”.
Qui, comunque, c’è anche una storia d’amore. Il personaggio principale, Valerie, ha due pretendenti: Peter, il ragazzo che ha sempre amato fin da bambina, ed Henry, l’uomo che i suoi genitori hanno deciso dovrà sposare. Dubbi sull’identità del lupo mannaro rendono la sua scelta non solo una questione di cuore ma anche una questione di vita o di morte. A complicare ulteriormente le cose, la ragazza incontra il lupo e viene sconvolta quando scopre che hanno un feeling particolare, molto intimo.
Amanda Seyfried è nel ruolo di Valerie, la cui mantella rossa firmata dà il nome alla storia. “Il triangolo d’amore rende la cosa ancora più interessante, perchè Valerie non sa di chi fidarsi”, osserva l’attrice. “Ama Peter ma all’improvviso nota delle piccole cose in lui che la fanno riflettere.
Può essere che l’amore della sua vita sia il lupo mannaro? Inoltre, sta anche coltivando il suo rapporto con Henry che si direbbe una brava persona, ma poi inizia a dubitare anche di lui. Deve capire se ciò che desidera è davvero quel che le serve”.
La combinazione di amore giovanile, suspense e leggenda antica sono subito piaciuti alla Hardwicke, che ricorda: “Mentre leggevo la sceneggiatura mi sono emozionata, perchè la storia si svolgeva nel mondo della fantasia ma aveva un aspetto decisamente dark. Era un thriller con delle svolte inaspettate, come pure una storia romantica, che lasciava in serbo ulteriori sorprese. Man mano che crescevano i rischi, si scoprivano sempre più segreti e bugie.
Per i produttori, la scelta di fare dirigere “Red Riding Hood” alla Hardwicke è stata semplice. Come spiega la Killoran: “Catherine ha una incredibile capacità ad entrare nell’anima del pubblico giovanile. E questo risulta chiaro in tutti i suoi film: non sono mai condiscendenti o stereotipati. Riesce a far capire come pensano, come vedono il mondo e come comunicano gli adolescenti in modo onesto e diretto.
Nondimento, il desiderio di essere diretti dalla Hardwicke ha contaminato tutti gli attori del cast, dai giovani emergenti ai veterani del grande schermo. A detta della vincitrice premio Oscar® Julie Christie, “Catherine è stata un’assoluta rivelazione per me. Ha un’incredibile vitalità ed è piena di gioia ma è anche molto focalizzata e determinata nei suoi intenti. Lavorare con lei è stata un’esperienza incredibilmente positiva per me”.
“Avendola vista al cinema, ho pensato che lavorare con Catherine sarebbe stato intrigante”, racconta Gary Oldman. “La sua presenza era uno dei motivi che mi ha attratto al progetto. E quando l’ho incontrata, mi sono innamorato della sua passione”.
Billy Burke, l’unico membro del cast che aveva già lavorato con la Hardwicke in “Twilight” afferma: “Catherine occupa un posto speciale nel mio cuore. Non ho mai incontrato nessuno con il suo livello di energia ed è contagioso. Ha un modo di unire tutti sul set con un pari senso di intenti”.
La Seyfried è d’accordo, “È normale volere un regista che porta entusiasmo ed energia sul set. Lei adora il suo mestiere, adora fare i film ed è piena di immaginazione. Quando eravamo in pre-produzione, mi ha mostrato gli storyboard, le foto e i video che aveva raccolto che mi hanno aiutato a capire le diverse sfaccettature del mio personaggio. Sinceramente, è la regista più creativa con cui abbia mai lavorato”.
COME ALLONTANARE QUELLO CHE È GIÀ DENTRO?
La Hardwicke dice che nel decidere il cast, Amanda Seyfried è stata la prima scelta per il ruolo di Valerie: “Dalla prima volta che ho visto Amanda, sapevo che era speciale. Aveva tutto quello che ci serviva per il personaggio, soprattutto perchè non è la classica damigella da favoletta.
Amanda è forte, sexy, divertente e vulnerabile – ha tutte queste qualità allo stesso tempo. Dal suo aspetto, si direbbe sia appena uscita da una favola. Ha una qualità eterea, con degli occhi incredibilmente magnetici”.
A sua volta, la Seyfried dice che uno dei motivi che l’ha attratta al progetto è stato “il fatto che fosse un rifacimento moderno della vecchia favola per bambini. Non conosco nessuno che durante la sua infanzia non abbia letto “Cappuccetto Rosso”. Era eccitante prendere una storia che tutti conosciamo e divertirsi un pò. L’aspetto thriller era coinvolgente e l’ambientazione medievale lo rendeva gotico, oltre ad aggiungere un tono particolare alla storia d’amore”.
Valerie è il personaggio centrale di questo triangolo romantico ma allo stesso tempo è direttamente connessa al mistero del lupo mannaro. Quando diventa chiaro che il lupo è una persona a lei vicina, la ragazza inizia a mettere in dubbio tutte le persone della sua vita. “Mentre la storia si svela, Valerie cerca di capire chi possa essere il lupo sulla base di piccoli segnali”, spiega la Seyfried. “E’ terribile, perché a volte si trova a dubitare di tutti”.
Come aggiunge Hardwicke, “Valerie inizia a diventare paranoica mentre nota piccoli dettagli che non aveva mai notato prima. Segnali in precedenza insignificanti ma ora importanti, intrisi di nuovo significato… Per tutta la vita, ha visto la famiglia e gli amici sotto una certa luce ma all’improvviso le cose sono cambiate, facendo calare l’ombra del dubbio”.
E ben presto l’ombra cade sui due uomini – ben diversi tra loro – che contendono il cuore di Valerie: Peter e Henry, interpretati da giovani attori al loro debutto sul grande schermo, Shiloh Fernandez e Max Irons, rispettivamente.
A detta di Fernandez, “Peter è il fidanzato di Valerie e fa il taglialegna. Devono tenere il loro rapporto segreto perché, oltre ad essere un povero orfano, è decisamente eccentrico rispetto agli altri abitanti del paese. All’inizio del film scopre che Valerie è promessa sposa ad Henry, così chiede alla ragazza di fuggire via insieme. Vuole mostrarle il mondo che lei non ha mai visto – la grandi città, l’oceano… qualunque cosa, pur di poter restare insieme. Ma prima che possano partire, accade il peggio. Il lupo mannaro uccide la sorella di Valerie, Lucie”.
Scopriamo che anche Lucie era innamorata di Henry, ma lui ha occhi solo per Valerie.
Come fa notare Iron: “Henry è un fabbro, figlio della famiglia più benestante del paese. Henry non riesce a capire come faccia Valerie ad essere inamorata di Peter, visto che in tutta onestà lui è la scelta migliore, in termini di qualità di vita che ha da offrirle”.
“E’ il solito dilemma: fare una scelta di sicurezza, che peraltro in questo caso è rappresentato da un bravissimo ragazzo, oppure una scelta che si direbbe rischiosa ma piú emozionante? Credo che qualunque ragazza vorrebbe poter fare una scelta del genere, soprattutto se i due pretendenti sono Shiloh and Max”, dice la Hardwicke, ridendo.
“Shiloh è cuore e anima, e lui ed Amanda hanno molto feeling”, continua la regista. “Durante il film si aggiunge continuamente del mistero al suo personaggio che ci fa riflettere… cosa accade sotto la superficie?”
Aggiunge la Killoran, “Max ha una personalità meravigliosamente trainante. Quel che più mi è piaciuto della sua interpretazione è che tutto quello che fa viene da forza e onore, ma fa sempre intuire allo spettatore che nasconde qualcosa. Nella scelta di questi ruoli, volevamo creare una situazione per cui la scelta di Valerie non è ovvia. Doveva essere una scelta difficle tra due uomini ugualmente interessanti ma diversi, entrambi in gamba e meritevoli”.
Avendo invece aspettative diverse, è naturale che i genitori di Valerie, Suzette e Cesaire, hanno punti di vista diversi rispetto alla scelta di Valerie e all’uomo che potrà renderla felice nel tempo.
Virginia Madsen, nel ruolo di Suzette, fa notare, “Suzette crede che l’unico modo perché la figlia possa avere una vita felice è sposare il ragazzo benestante, Henry, che peraltro è anche un bravissimo ragazzo. Crede che Valerie meriti molto di più di un semplice taglialegna, il ‘cattivo’.
Crede che la loro sia solo passione e la passione non dura mai. Poi la morte della figlia maggiore Lucie sembra svelare segreti che la rendono ancora più protettiva della sua ormai unica figlia.
Insomma, Suzette non vuole che Valerie finisca come lei – sposata ad un taglialegna, che peraltro è anche un alcolizzato”.
Nel ruolo di Cesaire, Billy Burke ammette che il suo personaggio è “un uomo che alza un pò il gomito ma la figlia gli perdona ogni difetto. Forse la sua attrazione a Peter è dovuto in parte al cliché secondo il quale le ragazze sono attratte a uomini che ricordano loro il proprio padre. Anche Cesaire è un taglialegna e per questo gli piace Peter e lo considera perfetto per la figlia. Questo è un altro motivo di conflitto con la moglie con la quale non va d’accordo da anni, sicuramente anche a causa dell’alcool. In realtá, peró, Cesaire pensa che il suo vizio non faccia del male a nessuno, neanche a se stesso”.
Il familiare a cui Valerie sembra essere più vicina è la nonna. “Hanno un legame molto forte”, sottolinea la Seyfried, “un livello di reciproca comprensione che va ben oltre quello che Valerie ha con la madre. Valerie è davvero ispirata dall’indipendenza della nonna”.
In “Cappuccetto Rosso Sangue”, la Nonna, interpretata da Julie Christie, non è il classico personaggio del nostro immaginario creato dalla favola. Come ci tiene a precisare la Hardwicke, “Una delle prime cose che ho detto in pre-produzione è che mai e poi mai la Nonna sarebbe stata una tipica nonna vecchia e saggia. La nostra nonna è una bohémien, ha lunghe treccine e vive lontano dal paese in mezzo al bosco - è come se fosse avvolta nel mistero”.
“Eravamo entusiasti quando Julie Christie ha accettato la parte”, continua. “E’ cosi incredibile e talmente bella da togliere il fiato. E Julie era felice del fatto che il suo personaggio non sarebbe stata la solita nonna babbiona”.
“E’ una nonna decisamente non-conformista”, afferma la Christie, riferendosi alla vita eclettica del suo personaggio. “E’ un’artista ed un’erborista ed anche una specie di guaritrice. E’ molto saggia e comprensiva ed è sempre stata molto protettiva con Valerie. Per questo la ragazza ha sempre raccontato alla nonna i suoi segreti più nascosti”.
Dopo che il lupo mannaro colpisce la sua famiglia, Valerie corre a casa della nonna, mentre gli uomini del villaggio, assetati di vendetta, si uniscono per dare la caccia alla bestia. Sebbene la caccia abbia un pessimo esito, gli uomini tornano in paese, convinti di aver risolto il problema. Nel frattempo, il prete del paese, Padre Auguste, convinto di fare la cosa giusta per il suo gregge, ha invitato in paese il cacciatore di lupi mannari Padre Salomon.
Lukas Haas, nel ruolo di Padre Auguste, osserva, “Il mio personaggio è completamente intrigato da Padre Solomon. Non vede l’ora di poterlo invitare in paese. E il fatto che il lupo colpisca di nuovo è un’ottima scusa per chiamarlo. Ma ben presto scopre che la sua adorazione verso quest’uomo ha annebbiato il suo giudizio e inizia a capire chi è – un altro pericolo per il suo gregge”.
Lo zelante Padre Solomon è interpretato da Gary Oldman, descritto dall’attore come “un uomo posseduto. Non è cattivo – più che altro è un uomo che ha conosciuto gli abissi dell’animo umano e ora crede di essere in missione assoluta…. Crede davvero di essere la spada del Signore… ed ha anche una certa passione per la moda”, sottolinea l’attore con una smorfia. “Ho pensato che mi sarei potuto divertire con questo ruolo. Ero anche intrigato dal fatto che aveva un aspetto misterioso in una storia già misteriosa di suo. Da bambini, storie come “Cappuccetto Rosso” ci mettevano in contatto per la prima volta con le nostre paure. Cosa ci attende là fuori, nel bosco? Nella lente di Catherine Hardwicke, vediamo il tutto attraverso un prisma”.
“Lavorare con Gary Oldman è stata la realizzazione di un sogno”, commenta la Hardwicke. “Durante le riprese non ha mai smesso di stupirmi. Non solo è un attore privo di paure, ma è generoso, collaborativo e incredibilmente divertente. Sul set erano tutti pazzi di Gary e Julie”.
Padre Solomon arriva in paese per celebrare la morte del lupo ma appena vista la carcassa dell’animale, ammonisce tutti che il pericolo non è finito. Hanno ucciso un banale lupo grigio. Il lupo mannaro è ancora vivo. Poi racconta a tutti la verità: la bestia di giorno ha sembianze umane e vive tra loro. È solo con la luna piena che uno dei loro fidati compaesani si traforma in lupo mannaro. E inoltre, la prossima luna non è una semplice luna piena bensì un fenomeno cosmico che accade ogni tredici anni quando Marte e la Luna si allineano – una luna di sangue. Quando la luna rossa è alta nel cielo notturno, il morso non letale del lupo mannaro trasformerà la vittima da preda a predatore, da uomo a lupo mannaro. Per i prossimi tre giorni, l’anima degli abitanti di Daggerhorn è a rischio.
CHI HA PAURA?
L’antagonista maggiore della storia naturalmente è il lupo. In “Cappuccetto Rosso Sangue”, il personaggio non è un attore bensì una figura creata con la magia del CGI. Nondimeno, la Killoran fa notare che “spesso film sui lupi mannari mettono a fuoco gli effetti speciali della trasformazione da uomo a lupo, ma noi siamo stati alla larga di tutto questo. Questa non è una storia di transizione da uomo a lupo: è la storia di un lupo che è casualmente anche un essere umano”.
Il supervisore degli effetti visivi Jeffrey A. Okun ha lavorato a stretto contatto con la Hardwicke per creare il lupo cattivo: “Per Catherine era chiaro che il lupo dovesse essere forte e cattivo ma anche molto intelligente. Prima di tutto non voleva creare una bestia credibile, bensì un personaggio credibile”.
Tenendo a mente questo concetto, Okun e la squadra Effetti Visivi di Rhythm and Hues hanno lavorato sodo per dare espressione al volto dell’animale, soprattutto ai profondi occhi marroni che, per Valerie, dovevano servire come specchio del suo alter-ego umano. Nel portare avanti il mistero dell’identitá del lupo, Okun ha con molta cura aggiunto elementi dei diversi personaggi: “Si trattava di prendere qualche aspetto da ogni attore, in modo da metterle nel lupo e creare confusione”.
Buona parte della ricerca era focalizzata su come rendere la fisicità del lupo il più coerente possibile. La squadra Effetti Visivi ha studiato attentamente i movimenti non solo di lupi ma anche di iene, scimmie, pantere, leoni e vari razze di cani. “Il nostro obiettivo era mescolare la forza brutale canina con una furbizia tipica dei felini, fermo restando il punto che poco interessava che il lupo fosse maschio o femmina”, continua Okun.
Sul set, la squadra Effetti Visivi, insieme alla squadra stunt capeggiata da Andy Cheng, ha messo insieme una serie di modi per dare al cast una presenza fisica con cui interagire. Ogni falso-lupo aveva un soprannome buono, come spiega Okun: “C’era una sagoma a misura d’uomo in polistirolo di nome Stuffy (Peluche), una testa di lupo pieno di pelo di nome Fluffy (Morbidone), e una sagoma di cartone soprannominato Flatty (Schiacciata)”.
Il CGI è stato fondamentale anche nel realizzare alcuni degli elementi inanimati del film. Tutti i set, sia interni che esterni, compreso l’intero paesino di Daggerhorn, è stato costruito negli studi cinematografici di Canada Motion Picture Park a Vancouver, nella Columbia Britannica. La produzione ha poi gonfiato lo spazio combinando effetti visivi ad alta tecnologia con specchi a bassa tecnologia.
Una delle scene, comunque, non aveva bisogno di essere gonfiata in quanto girato in esterni: era una sequenza fantasy girata in cima ad una montagna. Mentre Valerie e Peter si dirigono verso la cima, il mantello rosso della ragazza è in totale contrasto con la neve bianca. Nel ricordare quelle riprese, il produttore esecutivo Jim Rowe spiega, “La troupe doveva essere ridotta al minimo, perché anche se era estate, a quell’altitudine la temperatura può cambiare in un attimo e bisogna essere pronti a darsela a gambe al più presto. Ma per fortuna non ci sono stati intoppi”.
Negli studi, la direttrice della fotografia Mandy Walker aveva il compito di illuminare ogni possibile orario della giornata: da giorno a notte. A detto della regista, “Non si trattava solo di creare le luci esterne in un interno. C’erano fuoco e neve e diversi ambienti climatici e tutto doveva sembrare perfettamente coerente. Mandy mi sbalordiva continuamente”.
Grazie al suo background da scenografa, la Hardwicke ha lavorato a stretto contatto con il capo scenografo Tom Sanders e la costumista Cindy Evans per realizzare l’atomosfera generale del film e il suo visivo.
“Catherine è molto attenta al visivo”, osserva la Killoran. “La prima volta che l’abbiamo incontrata, ha portato un’incredibile presentazione, spiegandoci come vedeva il film, introducendo una punta di trendy ad un mondo decisamente gotico. Molto di quel che si vede nel film era già presente in quella prima presentazione”.
Sebbene il setting non fosse contemporaneo, i filmmaker non volevano limitare la storia nel tempo o nello spazio. A detta della regista, “Volevamo il mondo delle favole a noi noto, per mantenere intatte le origini della storia”.
Il paesino rurale di Daggerhorn era arredato in modo da essere coerente alla minaccia sotto la quale viveva la gente. Molte abitazioni sono costruite sulle colline, “perché la gente ha paura del lupo mannaro e così possono bloccare le porte e rendere il percorso più difficile per il lupo”.
Un altro piccolo dettaglio visivo sono le spine che si trovano sui lati e sui tetti delle abitazioni, come pure su tutti gli alberi dentro e intorno il paese. Come sottolinea Tom Sanders, “L’idea era che l’intero paese rappresentasse un giardino di rose canine dove il proverbiale coniglio cercasse rifugio dal lupo. Ecco perché ci sono spine ovunque. E nel bel mezzo del bosco sommerso dalle rose canine, c’e’ la casa della nonna”.
La Hardwicke ricorda, “All’inizio avevamo immaginato la casa della nonna come una piccola casetta trendy ma Tom ha preso l’idea iniziale e l’ha allargata. Ha disegnato la casa dentro e in mezzo a questi enormi alberi, in modo che non si capisce bene dove finiscano gli alberi e inizia la casa. E ci sono diversi livelli e strati che aggiungono tanto al visivo. La natura così terrena della casa era perfettamente coerente alla personalità della nonna”.
Aggiungendo un tocco all’aspetto rurale e grossolano del paese, tutto il mobilio delle case era stato costruito da zero. Come spiega l’arredatore Shane Vieau, “Pensavamo di avere ogni cosa già a disposizione ma man mano che ci inoltravamo nella lavorazione, ci rendevamo conto che ogni cosa doveva avere forma e misura precisi. E visto che avevamo il nostro legname, abbiamo deciso di costruire il nostro mobilio. Un paio di persone nella nostra squadra erano esperti falegnami e quindi per loro é stato favoloso. Abbiamo poi usato stoffe perché i colori dell’arredamento fossero naturali, quali le tonalità del legno, della pietra e del metallo”.
C’e’ un solo oggetto rosso in tutto il film: il mantello di Valerie, da cui il titolo “Cappuccetto Rosso Sangue”. In pre-produzione, la Hardwicke si è consultata con l’illustratore Kit Stolen sui punti fondamentali del mantello. La regista si è poi confrontata con la costumista Cindy Evans.
“Cindy e io avevamo già collaborato sul film “The Lords of Dogtown” e “Thirteen” ed ero felicissima di lavorare nuovamente con lei. Ha gran gusto e lavora sui minimi dettagli per fare in modo che il costume sia adatto al personaggio. Cindy ha iniziato a lavorare con il disegno del mantello, ricercando stili e stoffe di tutto il mondo”.
Di fatto, sono state fatte due versioni del mantello: il primo, visto in una scena fantasy, è lungo 20 metri ed è completamente in velluto; e un altro, che invece è il mantello usato in tutto il resto del film. Come spiega la Evans, “Abbiamo fatto una lunghissima ricerca sulla stoffa e abbiamo persino preso in considerazione di fabbricare una stoffa noi stessi, fino a quando non ho trovato una matka di seta intrecciata in due tonalitá—meglio noto come seta grezza—che era perfetta. Ho aggiunto una stoffa setata di circa 25 cm intorno all’orlo e poi ho fatto cucire a mano sei diverse tonalità di rosso. Si puó dire che sia decisamente delizioso”.
“È bellissimo”, conferma Amanda Seyfried. “Indossarlo mi faceva davvero sentire come una fanciulla appena uscita da un libro di favole”.
Per i costumi dei due pretendenti di Valerie, Evans è andato per contrasto, notando che “Lo stile di Peter nasce da necessità: quello di Henry dal suo stato sociale. Volevamo dare a Peter un look al limite. Da povero spaccalegna, Peter avrebbe avuto vestiti ricavati da pezzi di pelle e avanzi di stoffe messi insieme. Henry invece esattamente l’opposto: venendo da una famiglia benestante, era chiaro che indossasse vestiti fatti su misura”.
Evans e Hardwicke hanno dato l’aspetto più stravagante a Padre Solomon, il cui costume di velluto viola “simboleggia il potere e la ricchezza”, osserva la Evans. “Secoli fa, per creare il colore viola si usavano le tinture più costose. Era il colore dei reali e per noi era un modo per asserire che Solomon era un uomo potente”.
Evans e la sua squadra erano anche responsabili dei costumi del resto del cast principale, come pure per molte comparse. I costumi erano tutti realizzati con stoffe naturali, principalmente seta grezza, ed ogni stoffa doveva essere individulamente tinta e invecchiata.
Tra gli abitanti del paese, il pubblico potrà notare personaggi di altre favole a noi familiari, come i tre porcellini che avevano i propri problemi con un grande lupo cattivo.
Fa notare la Hardwicke, “Credo che uno dei motivi per cui favole come “Cappuccetto Rosso” siano perdurati per secoli è perché ci permettono di esplorare e capire i nostri aspetti più oscuri, fin da bambini. Sono le rappresentazioni visive della gelosia e della paura e persino della morte e ci questo ci permette di affrontare tali paure in modo decisamente viscerale”.
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