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Ok, non potevo dirvelo nella mini-recensione altrimenti vi rovinavo la sorpresa.
Parlavo di una originalità a doppio taglio: infatti mi sembra originale parlare della perdita di lavoro da parte di chi era un "dirigente" e quindi il seguire una famiglia che era benestante e con un certo stile di vita...
Questo genera interessanti contraddizioni: ad esempio quando si trovano facendo i conti "solo" più con 20000 euro ho sentito commenti in sala tipo "eh li avessi io", idem quando devono vendere la barca... e chi l'ha mai avuta la barca?
Se però non ci fermiamo alla superficie affiora la trama sottile di una società in cui chi più guadagna è sottilmente indirizzato verso uno stile di vita più dispendioso, così che se perde il lavoro alla fine vive la stessa precarietà del più umile operaio... anzi forse l'operaio se è abituato almeno un po' a risparmiare riesce a cavarsela meglio, e in più non ha da perdere nessuna presunta superiorità ("I tuoi ex dipendenti si possono adattare a fare lavoretti, ma non tu"): insomma chi è più in alto si fa più male quando cade...
Insomma nei suoi limiti è un film che fa pensare.
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